Graffiti writing e street art

Ti proteggerò come proteggo il drink passando tra la gente in discoteca (graffito anonimo)

Simboli della street art

Le città di tutto il mondo sono piene di messaggi, simboli e disegni dai significati oscuri, dalle forme e dai colori più disparati. Per molti il graffiti writing, al di fuori della iniziale clandestinità, è assurto alla condizione di forma d’arte contemporanea, ovvero di street art, con mostre allestite in prestigiose gallerie per celebrarne i rappresentanti più virtuosi. Per tanti resta però il desiderio di conoscere una possibile interpretazione dei graffiti e dei murales che si vedono in giro.

Sui muri sbocciano fiori e crescono alberi

La street art fa sbocciare fiori sui muri

Il graffiti writing è soprattutto un mezzo di comunicazione e, anche se ogni crew o banda sembra avere dei propri riferimenti, non è difficile individuare dei tratti comuni in certe rappresentazioni grafiche, attraverso cui si possono riconoscere veri e propri messaggi, arrivando a creare una sorta di Stele di Rosetta della street art. Il simbolo più utilizzato e condiviso è il fiore. Quasi sempre è una margherita o un tulipano, che raffigura la creatività dei writer nell’atto di “sbocciare” sul cemento di muri e palazzi.

Spesso si trovano pure degli alberi, a volte piuttosto stilizzati. Da una parte offrono riparo con le loro fronde rigogliose dall’appiattimento e dalla omologazione imposti dalla società. Dall’altra raffigurano con le loro radici la profondità culturale del writing e il radicamento nei bassifondi della società e nei movimenti underground. L’iniziale clandestinità del fenomeno è richiamata anche dalla immagine quasi fumettistica dei topi che mangiano il formaggio e che, come i writer di notte in giro per la città, fanno qualcosa che non dovrebbero.

Fonti di ispirazione della street art

Fumetti, film e cartoni animati sono una delle principali fonti di ispirazione per il writing con almeno due possibili spiegazioni per questa forte complicità. La prima è un richiamo a personaggi e super eroi della fantasia, come Super Mario, per affrontare i problemi della dura realtà e sgominare la casta politica e finanziaria ritenuta colpevole della crisi. La seconda è un tentativo di far riemergere l’età dell’oro dell’infanzia – in cui bastava guardare un cartone o leggere un fumetto per essere felici – dalle tonnellate di cemento e acciaio sotto cui è stata seppellita, nel corso di anni di fatiche di studio e lavoro.

Il desiderio di libertà è espresso attraverso disegni di delfini e pesci generalmente pinnati, che nuotano nel mare di cemento della città e spesso parlano con nuvolette e bolle di graffiti. Le orme di mani e piedi sono altri simboli di libertà e indipendenza, ma anche di pace, perché i writer vanno in giro per la città a mani e piedi “nudi”, cioè disarmati, a differenza delle forze dell’ordine, spesso rappresentate con l’icona della “guardia”, ossia del cane che ringhia mentre sorveglia e difende la città dai colorati assalti di murales e graffiti.

Farfalle dalle ali di cemento

Street artist all'opera

I writer raffigurano se stessi anche sotto forma di farfalle, per il desiderio di volare liberi e esprimersi dove e come si ritiene più opportuno, a dispetto di regole, divieti e della deterrenza che quasi mai produce risultati concreti. Quasi tutti hanno una firma, nota come tag. Spesso è sviluppata con uno stile particolare, a volte indecifrabile, come il wild style. Oltre a servire come forma di riconoscimento tra le varie bande, spesso diventa un disegno a se stante, utilizzato anche in contest creativi e festival di street art.

Scritte e disegni per riqualificare le aree degradate dei tessuti urbani

Il proliferare negli ultimi anni di eventi ufficiali ha permesso ai writer di uscire alla luce del sole. È così iniziata una proficua collaborazione, in Italia come all’estero, con le istituzioni per riqualificare, con opportuni progetti e finanziamenti, le aree degradate dei tessuti urbani attraverso la realizzazione di murales. I professionisti dello spray hanno quindi iniziato a scoraggiare l’attività clandestina, perché non più necessaria a esprimere la propria creatività, dopo l’ottenimento di questi spazi concordati.

In quasi tutti resta però l’orgoglio di essere riusciti a trasformare, con la qualità intrinseca delle loro opere, qualcosa di inizialmente dileggiato e combattuto in una forma d’arte utile alla rinascita degli stessi quartieri in cui magari, solo qualche anno prima, venivano inseguiti dalle forze dell’ordine mentre andavano in giro di notte a tentare di abbellire muri e palazzi con i loro murales.

Origini della street art

Anche se fino ai primi del Novecento una buona parte della popolazione del cosiddetto mondo civilizzato ha vissuto nell’analfabetismo, tracce di graffiti sono state trovate fin dall’epoca classica, senza dimenticare le pitture rupestri che già l’uomo primitivo realizzava sulle pareti delle caverne.

Al di là dei casi di protesta politica, il fenomeno del graffiti writing ha iniziato ad assumere una precisa valenza sociale e culturale negli anni 30 nelle grandi metropoli americane. Ai tempi della grande depressione, i lustrascarpe avevano bisogno di marcare il “territorio” scrivendo il proprio nome sul marciapiede, per non perdere il posto di lavoro in mezzo a una concorrenza sempre più agguerrita e numerosa. All’epoca però gli spray non c’erano e spesso neanche pennelli o pennarelli e dunque si ricorreva a pennarelli artigianali fatti con il lucido da scarpe.

Taki 183

Verso la fine degli anni 60, sempre negli Stati Uniti, nacquero i primi tag consapevoli, realizzati anche con intenti artistici. Nelle realtà depresse dei ghetti, i giovani creativi che, vivendo ai limiti dell’indigenza, avevano poche speranze di emergere dai bassifondi della società, iniziarono a “firmare” gli autobus e i vagoni di treni e metropolitane con testi e disegni sempre più elaborati, per far sì che almeno qualcosa di loro potesse girare liberamente per la città, farsi conoscere e (magari) apprezzare.

Taki 183, primo tag del graffiti writing

Secondo le ricostruzioni dell’epoca, il primo tag a diventare davvero famoso è stato quello di Taki 183, creato da un ragazzino che viveva nella 183ª strada del quartiere di Washington Heights a Manhattan, New York. Si chiamava Demetrius e il nick Taki derivava dalla versione greca del suo nome, Demetraki.

Grazie al suo lavoro di corriere, che giornalmente lo “costringeva” a spostarsi a piedi da un capo all’altro della città, Taki 183 riuscì a scrivere così tanti tag da attirare perfino l’attenzione del New York Times, che lo consacrò come ispiratore del fenomeno del graffiti writing, nonostante lo stesso Demetrius abbia confessato di aver creato la sua firma dopo aver saputo di quella di Bruno 204 (che però, non potendo viaggiare così tanto come Taki non poté mai far uscire la sua fama al di fuori del sobborgo in cui viveva). Dopo, ovviamente, ci sono stati Papo 184, Junior 161, Cai 161, Stitch e anche qualche ragazza come Barbara ed Eva 62.

Jean-Michel Basquiat e Keith Haring

Col passare degli anni, personaggi come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, insieme a tanti altri, sono riusciti a portare il writing nelle gallerie d’arte, ma la pratica clandestina di scrivere per le strade, sui muri di case e palazzi, benché stigmatizzata, è rimasto il più diffuso, e spesso più apprezzato, scenario di questa particolare forma di espressione, almeno fino ai recenti tentativi di collaborazione proposti dalle amministrazioni, con l’allestimento di spazi preposti alla street art.

Intanto, il Brasile ha conosciuto negli anni 80 la curiosa epopea dei Pixadores, ragazzi delle favelas che hanno messo in atto una eclatante protesta contro la povertà dei loro quartieri, scrivendo in maniera acrobatica messaggi in codice sulle facciate delle case nelle zone più ricche della città. Molti di loro morirono durante le acrobazie (si arrampicavano su tetti e pareti senza alcuna protezione). Altri subirono feroci repressioni da parte della polizia. L’onda d’urto dei pixadores fu però talmente forte da lasciare testimonianze inequivocabili. Per rendere ancora più dirompente la loro comunicazione, molti ricorsero a rune e simboli barbarici, per attuare un paragone con i barbari che nel 400 d. C. avevano invaso e poi conquistato la ricca e apparentemente invincibile Roma.

Discipline che contrastano la spersonalizzazione delle metropoli

A tutt’oggi la street art – talvolta chiamata spray art aerosol art quando le opere vengono realizzate con le fatidiche bombolette – è considerata per scenari, temi, situazioni e soprattutto obiettivi, una forma di espressione atta a contrastare la spersonalizzazione delle grandi aree metropolitane e conquistare una maggiore padronanza degli spazi urbani, secondo una filosofia perseguita anche da discipline più spericolate come il parkour e il barefooting.

Alla bomboletta, si sono affiancati molti altri ferri del mestiere, tra cui il famigerato stencil, una maschera normografica che permette di riprodurre particolari forme o figure, resa molto popolare dalle acclamate opere di Banksy. Oltre ai murales vengono realizzate le cosiddette installazioni che spesso sono opere (anche tridimensionali) realizzate “a casa” e poi collocate, in alcuni casi clandestinamente, negli spazi prescelti.

Sviluppi della street art

«Non siamo teppisti, siamo artisti!» è il grido di battaglia dei writer, i giovani creativi che in tutto il mondo dipingono opere d’arte sui muri delle città. Inizialmente additati come “teppisti che imbrattano il muri”, questi artisti della strada si sono negli anni evoluti e, uscendo dalla iniziale clandestinità, hanno acquistato un ruolo di primo piano nel campo delle più moderne forme di espressione.

Molti paludati critici d’arte hanno espresso forti apprezzamenti per l’attività dei writer, incoraggiandone la partecipazione a importanti mostre e manifestazione all’insegna della creatività urbana. In Italia, per tanti anni ci si è limitati a combattere l’allarme sociale originato dalla attività notturna di bombing dei graffitari, ricorrendo a forme di repressione spesso spettacolari, ma raramente efficaci.

Lo street artist genovese Christian Blef in azione

Da qualche tempo però si è cercato di venire a patti con il desiderio dei writer di esprimere il proprio (ormai) innegabile potenziale artistico. Dopo alcune isolate iniziative di carattere cittadino, nel 2010 il Ministero della Gioventù ha finanziato in otto città d’Italia un ambizioso progetto di riqualificazione delle zone degradate dei tessuti urbani con opere di street art. Murales giganteschi hanno quindi aree anche piuttosto centrali e frequentate, spesso con immagini a tema, dedicate a situazioni e personaggi particolari.

A Imperia ci sono Muridamare

Dalle mie parti, nel ponente ligure, l’iniziativa del Ministero si è concretizzata nel 2011 con il progetto Muridamare.org a Imperia. Dalla metà di maggio fino a ottobre inoltrato, l’associazione culturale torinese Il Cerchio & Le Gocce ha portato in città la crew di writer professionisti formata da Mr. Fijodor Benzo, Riccardo Corn Lanfranco, Dante Zacler. Il gruppo ha realizzato innanzi tutto due grandi murales a tema sull’argine Destro presso l’Eco Imperia, nell’area dell’ex macello, e nel curvone di via Niccolò Berio, sotto salita Gallita.

La prima opera è stata dedicata, sfruttando la vicinanza con la discarica, all’importanza del riciclaggio e della raccolta differenziata. L’immagine mostra infatti una barchetta di carta che naviga in un mare di spazzatura, attraverso un muro lungo trenta metri, verso l’isola dell’ecologia. Il secondo murales invece ha rappresentato villa Grock, situata proprio in cima a via Niccolò Berio. Nel dipinto, il famigerato clown svizzero schizza letteralmente fuori dal portone della sua bizzarra abitazione.

Street Attitudes

La street art della TMH Crew al Prino di Imperia

In luglio, MuridAmare ha ospitato, al Prino di Porto Maurizio, il raduno nazionale di writer Street Attitudes. Per tre giorni i maestri della spray art hanno dipinto i seicento metri di muro di via Ballestra, lungo l’argine del fiume, con opere di vario tipo, ricevendo i complimenti degli automobilisti di passaggi e dei tanti fan venuti a vederli lavorare. Il popolare gruppo milanese TMH Crew ha realizzato un murale dedicato alla saga cinematografica dei Pirati della Caraibi. Nel dipinto, il vascello di Jack Sparrow naviga tra gli squali e lo spettro minaccioso di Davy Jones.

Opiemme e la valigia di parole

Opiemme, valigia di parole

Un altro gruppo ha dedicato la sua opera al mito videoludico di Super Mario, mentre in molti hanno ritratto animali in svariati costumi ed espressioni, creando evocativi richiami al mondo del fumetto. Poche settimane dopo, al Prino è arrivato anche Opiemme. Il writer dall’identità misteriosa ha dipinto, su un muro di via dei Giardini, una valigia di parole utilizzando i versi di una poesia di Fernando Pessoa.

A settembre infine, Fijodor Benzo insieme al collega Wens di Style Orange ha lavorato gomito a gomito con i ragazzi del liceo Artistico per riqualificare i muri della zona di Largo Ghiglia con altri variopinti murales.

Nell’estate del 2012, la TMH Crew è tornata in Liguria, nell’ambito di una operazione di promozione del turismo a Laigueglia che ha portato il gruppo di writer a realizzare un gigantesco pannello destinato a fare da logo al blog QuiLaigueglia.it. L’opera ritrae una graziosa bagnante che prende il sole su una sdraio in riva al mare, sotto la torretta saracena che caratterizza l’esotico scenario del borgo marinaro del ponente savonese.

Murales per la Liberazione

Negli anni successivi Street Attitudes si è trasformata a Imperia nei Writing Days. La manifestazione ha confermato il lungofiume del Prino come scenario. Il writer Omar Peruzzi, detto Olio, è però subentrato a MrFijodor nel ruolo di organizzatore, portando nuovi sponsor e contatti. Christian Blef, Anto Arty, Plustik, gli Urban Giants sono alcuni degli artisti che hanno animato le varie edizioni del raduno.

Nel 2015 MrFijodor è tornato all’opera a Imperia per realizzare due murales dedicati alla giornata della Liberazione e al partigiano Felice Cascione. Al suo fianco, presso la scuola primaria di largo Ghiglia, hanno lavorato gli studenti del liceo Artistico. Cascione è stato commemorato anche nel 2016 al liceo Vieusseux. Il writer Opiemme ha affiancato gli studenti nella realizzazione di un dipinto ispirato a un verso della celebre canzone Fischia il vento.

La street art contro il bullismo e la violenza di genere

Nel 2017 è stata invece l’associazione Genitori @ttivi a promuovere la realizzazione, al campo sportivo delle Ferriere, di un murale contro il bullismo. Nello stesso anno il club Zonta ha inaugurato l’allestimento, in giro per la città, di una serie di panchine rosse con sopra dipinti messaggi contro la violenza di genere. Nel 2019 il centro sociale La Talpa e L’Orologio ha dedicato alla street art una parte dell’evento Arte Bene Comune. La manifestazione, destinata a promuovere il valore sociale dell’arte, ha portato a Imperia anche il celebre writer milanese Atomo Tinelli.

Nell’autunno del 2020 ho provato a ripercorrere l’epopea della street art a Imperia realizzando un video per YouTube.

Andora, Cervo, Vessalico, Vallecrosia sono altre città della mia zona che hanno ospitato iniziative dedicate alla street art. Molti di questi progetti hanno avuto importanti risvolti sociali e culturali.

Opere sulla street art

Le opere di fiction che trattano di graffiti writing sono tantissime. Alcune sono documentari dedicati a personaggi, luoghi, temi di particolare rilevanza. Altre sono storie d’azione, d’amore, di mistero, la cui trama ruota intorno a scritte e disegni sui muri.

Il film più famoso è Turk 182 di Bob Clark, il cui titolo è probabilmente un omaggio al primo leggendario tag di Taki 183. La pellicola del 1985 vede l’attore Timothy Hutton vestire i panni di Jimmy Linch, protagonista di una storia drammatica e allo stesso tempo avvincente. Lo scapestrato perdigiorno decide di protestare contro il mancato sostegno delle autorità al fratello Terry, rimasto invalido per un incidente sul lavoro. Jimmy diventa così un funambolico writer e con i suoi spettacolari e irriverenti murales darà molto filo da torcere al sindaco Tyler, impegnato in una controversa campagna di rielezione, dopo che uno dei suoi assessori è scappato all’estero con un sacco di soldi. Memorabile lo slogan Zimmerman flew and Tyler knew che il fantomatico Turk 182 scrive praticamente dovunque, mentre la folla canta a squarciagola: «Zimmerman è scappato, e Tyler l’ha aiutato!»

Wild Style, l’epopea graffitara di Zoro

Qualche anno prima negli Stati Uniti era uscito anche Wild Style, film di Charlie Ahearn che propone un romanzo di formazione dagli echi dickensiani, in cui il giovane graffitaro Zoro riesce a emergere dalla povertà del ghetto e a diventare una celebrità grazie al suo talento artistico. Da vedere anche Style Wars, un documentario sulla cultura hip hop dello stesso periodo, che dà grande spazio al graffiti writing e che negli anni è diventato un’opera di riferimento per tutti gli appassionati. È in inglese, ma ci sono i sottotitoli in italiano.

Molto più recente è Exit through the gift shop, un’altra specie di documentario girato nel 2010 con la collaborazione di Banksy ma dedicato soprattutto alla curiosa epopea di Thierry Guetta, francese trapiantato negli USA che, dopo aver per lungo tempo ripreso i lavori dei più famosi artisti di strada della sua città, come Obey Shepard Fairey e Space Invader, è diventato lui stesso uno street artist assumendo il nome di Mr. Brainwash, con cui ha organizzato la più grossa mostra di street art della storia di Los Angeles.

Sprayliz, eroina a fumetti della street art

Sprayliz, eroina a fumetti della street art

In Italia l’opera più famosa in tema di street art è forse il fumetto di Luca Enoch Sprayliz. Partito in sordina nei primi anni 90 con una prima pubblicazione a puntate sulla rivista specializzata L’intrepido ha acquisito col passare del tempo una grande popolarità. La serie è stata così prolungata e poi ristampata in volume varie volte. Protagonista della storia è la giovane Elizabeth, irrequieta studentessa che di notte diventa ovvero Sprayliz, eroina dei graffiti vanamente inseguita dalle forze dell’ordine, che anzi finiscono sempre col subire clamorosi sbeffeggiamenti.

Nel 2007 è invece uscito il film drammatico Scrivilo sui muri di Giancarlo Scarchilli, che con le interpretazioni di Cristiana Capotondi, Primo Reggiani, Ludovico Fremont, Daniele De Angelis, Mattia Braccilarghe racconta di una storia d’amore (anzi, due…) nata dall’incontro della protagonista Sole con una banda di writer.

Il cuore sul muro

Questo elenco non sarebbe completo se non citasse anche il mio romanzo Il cuore sul muro pubblicato da All Around Edizioni. Una storia d’amore a tinte dark che inizia con una curiosa caccia al tesoro a base di graffiti. Dopo aver trovato un misterioso racconto scritto a puntate sui muri della città, il giovane e scapestrato protagonista, Gianni finirà coinvolto in una vicenda tragica e dolorosa, in cui solo il cuore potrà indicare la strada da seguire.

Il libro, adottato come lettura didattica da molte scuole, è stato recensito favorevolmente da molti giornali, siti, tv, radio. In particolare la trasmissione Buongiorno Regione di Rai 3 gli ha dedicato questo bel servizio di Lucia Pescio.

Nel mondo di Ayon è invece il titolo del mio videogioco testuale ambientato nel mondo del graffiti writing. Il protagonista della storia interattiva è un giornalista che deve rintracciare un misterioso street artist. Addentrandosi nella malfamata periferia in cui Ayon è cresciuto, Vincent Morgan dovrà riscoprire le sue origini di mago dello spray. Segnalato anche da Repubblica, il gioco è gratuito e multipiattaforma.

Il collezionista di graffiti

Nel 2020 ho scoperto che anche Josef Buchelmeier, ex sindaco di Friedrichshafen, città tedesca del lago di Costanza, e presidente della associazione Amici di Imperia, è un appassionato di street art. Il giornalista e politico del Baden-Württemberg ha pubblicato Spuren (tracce, in italiano), album fotografico nel quale ha raccolto le immagini di scritte, disegni, simboli trovati sui muri di varie città del continente, tra cui la stessa Imperia oltre a Genova e Verona. Insignito dall’Icit, l’Istituto di Cultura Italo-Tedesco, del premio Incontri-Begegnungen per l’impegno nel promuovere il legame di amicizia tra Italia e Germania, Buchelmeier ha in mente di organizzare un gemellaggio tra street artist della Riviera dei Fiori e del lago di Costanza. Un progetto che sicuramente porterà alla realizzazione di nuove spettacolari opere murali.

Marco Vallarino